La risposta all’Indofilmello n. 51 svela il suo volto popolare, ironico e tenero come pochi: Il mio amico Eric (2009), di Ken Loach.
Un film che non finisce quasi mai nelle classifiche dei suoi “migliori”, ma che a me sembra il punto perfetto da cui cominciare per chi non ha mai incontrato questo regista. Perché dentro ci trovi tutto: il lavoro precario, la solitudine, la classe operaia, il senso di fallimento, ma anche quella scintilla di umanità che Loach sa accendere nei luoghi più bui.
Eric è un uomo sconfitto, schiacciato da un’esistenza che non gli lascia tregua: la depressione, un lavoro senza sbocchi, una famiglia che gli sfugge dalle mani. Vive nella solita periferia inglese, una di quelle dove Loach torna sempre, come a dire “è qui che succede davvero la vita”, fatta di palazzoni, birre calde e sogni a basso costo. Ma stavolta succede qualcosa di diverso. Per una volta, dentro il realismo ferreo del suo cinema, spunta un lampo surreale: il suo idolo, Eric Cantona, entra letteralmente nella sua vita, ma non come divo o leggenda, ma come amico immaginario, una guida ironica e determinata.
E così la voce burbera del calcio incontra la poesia del quotidiano, la nostalgia diventa sostegno, e Loach ci regala uno dei film più dolci e spiazzanti della sua carriera. Perché “Il mio amico Eric” non parla solo di un uomo e del suo mito, ma della possibilità, rara, fragile e necessaria, di rialzarsi grazie agli altri. Di credere nelle proprie possibilità, anche se minime e nelle persone che abbiamo intorno, anche se ognuna di loro ha mille altri problemi, anche quando la realtà fa male.
La scelta di Cantona non è stata una passeggiata per il film che fece successo tra gli estimatori del Manchester United e del calciatore, ma incontrò una grande ostilità tra tutte le tifoserie che ebbero problemi con il calciatore. Ma questo Loach lo sapeva già da prima di girare e gliene è fregato meno di zero. Non si è mai piegato alle regole del mercato, e non ha fatto nemmeno in questa occasione. Per lui sono più importanti i suoi valori e le sue idee, molto più che qualsiasi altra scelta strategica.
Se non avete mai visto niente di Ken Loach, partite da qui: è un abbraccio proletario, ironico e malinconico, che vi arriva dritto al cuore. Lo trovate su Prime Video e RaiPlay e fidatevi, vale ogni minuto. Poi tornate qui a dirmi se anche voi, almeno una volta nella vita, avreste voluto avere Eric Cantona come amico immaginario.

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